La prestazione sportiva.

La prestazione sportiva richiede non solo la preparazione tecnica dell’atleta, ma anche la capacità di dominare la mente.
Durante la prestazione sportiva intervengono emozioni, pensieri e aspettative.

Nello sport e soprattutto a livello professionistico gli errori raramente sono di natura tecnica.

Cosa interviene durante una prestazione?
L’ansia e lo stress precedono e accompagnano le prestazioni sportive e mettono a dura prova il Sistema Nervoso.

L’ansia è un fenomeno naturale che si prova quando i valori fondamentali dell’individuo sono minacciati.
E’ lo stato di allarme o di attenzione che segue all’immediata percezione di un pericolo, sia esso di sopravvivenza, sociale, psichico o sportivo.

Entrare nello stato d’ansia significa entrare nella condizione di preparazione dell’organismo davanti ad uno stato di massima vigilanza o emergenza.

Lo stress è la reazione che l’individuo ha nel momento in cui deve affrontare una situazione nuova e molto importante, di qualunque genere.

Nello sport i fattori più importanti che causano ansia e stress sono:

  • l’incertezza del risultato della gara;
  • l’importanza attribuita alla gara.

Da dove provengono questi fattori?
Gli elementi importanti possono arrivare dai condizionamenti esterni ed interni della persona.
La squadra, l’allenatore, la famiglia, gli amici, sono tutti fattori esterni che influiscono sul risultato. Ma più di tutto sono i pensieri e il vissuto personale che determinano la buona riuscita della prestazione.

L’atleta e la meditazione: il parere di importanti esperti

     Tommy Caldwell uno dei più grandi alpinisti e climber di oggi sostiene che: “arrampicare è una forma di meditazione”.

Come riporta nel suo articolo Claudio Gervasoni su “Zero” a proposito di Tommy Caldwell: “(…) sono molti, tra i climber, a pensare che scalare sia meditazione in movimento. Quando li vedi in parete, e non hai mai provato a salire, pensi che sia tutta una questione di forza e potenza. Ma è così solo in parte, perché arrampicare è soprattutto armonia e fluidità del corpo e queste si raggiungono quando la mente è sgombra e totalmente immersa nello stato di flow. Raggiungerlo non è facile, soprattutto in un’attività che, bene o male, ha sempre a che fare con le risposte emotive. Oggi spopolano i corsi di yoga & climbing, nelle palestre indoor e nelle baite sperdute nei boschi, e molti climber hanno scoperto la meditazione come parte integrante della loro preparazione.

Non solo il fisico, ma anche la mente, e il controllo del respiro, possono aiutare a raggiungere la vetta. Nel meditare non c’è nulla di religioso o di ascetico, è un esercizio di attenzione e focalizzazione che migliora i processi cognitivi e aiuta a pensare meglio, più velocemente, e in modo più lucido. È la via maestra per vivere pienamente quel qui e ora così fondamentale nell’arrampicata: aver piena coscienza di sé, dei propri limiti, delle proprie capacità e degli orizzonti delle proprie aspirazioni è il primo passo per poter davvero raggiungere la vetta.”

     Steven Laureys, direttore di Ricerca presso la Belgian National Fund for Scientific Research e specialista in neurologia e medicina palliativa sostiene che:

“In Canada, dove vivo, gli sportivi hanno molte più esperienze meditative rispetto ai colleghi europei. Nel mio libro cito Michael Jordan, ma su internet gira anche un video con Lebron James” (la super star dei Lakers di pallacanestro) “che medita mentre sta in panchina durante una partita delle fasi finali del 2012. Stare nel flow in una gara da 10” può fa la differenza tra vincere o perdere, ma dando il meglio di sé.

Faccio l’esempio di Phil Jackson che ha portato tutta la sua squadra a praticare con regolarità la meditazione. In alcuni club sportivi come il Cercle des nageurs a Marsiglia, il mental coach è presente 2 o 3 volte alla settimana per una metà giornata.

Per lo sportivo il primo obiettivo è vincere che però sarebbe l’esatto opposto di quello che insegna la meditazione, ovvero non avere aspettative. Eppure, se non siamo in uno stato di piena consapevolezza difficilmente vinceremo. Nel mio centro, che è un centro d’eccellenza Fifa, vedo passare molti sportivi infortunati per i quali la meditazione è fondamentale. Diciamo che la meditazione serve a gestire la pressione se si deve parare, fare gol, conquistare punti o ricercare il migliore tempo in una gara di corsa. Uno come Djokovic probabilmente non ne ha bisogno, sa molto bene quanto la respirazione serva alla gestione dello stress”.

     Il dottor Alessandro Visini, Counselor Sportivo e Mental Coach, nel suo articolo “L’importanza della mente nel nuoto agonistico”, afferma:

“Nella mia esperienza professionale ho avuto la fortuna di lavorare con atleti di alto livello e ho potuto notare una caratteristica, presente in tutte queste persone indipendentemente dalle differenze caratteriali, vale a dire una grande credenza nelle proprie risorse e capacità. Raggiungere queste convinzioni permette loro di superare le difficoltà per poter attingere alle proprie risorse personali. In tutte le attività umane la possibilità di avere successo è proporzionale alle convinzioni che abbiamo. Se utilizziamo risorse ridotte otterremo risultati scarsi o mediocri. Se crediamo di non farcela, succederà esattamente questo.”

Predisporsi emotivamente per una prestazione sportiva.

Lo sport dovrebbe portare a un benessere psicofisico totale della persona facendola sentire gratificata e in grado di ottenere delle buone prestazioni sia in gara che durante l’allenamento.

Le preoccupazioni o i pensieri negativi possono influire sull’andamento del lavoro.

Non è necessario svolgere lunghi esercizi di introspezione, ma è fondamentale capire e gestire i pensieri e le emozioni che ostacolano il pieno dispiegarsi delle proprie capacità.

Attraverso l’uso di tecniche di visualizzazione e meditazione si mette in
atto un nuovo approccio per eliminare ansia e stress.

Come funziona la mente.

La mente è costantemente inquinata da infiniti pensieri.

Quanti pensieri passano per la mente prima di una prestazione?
E qui pensiamo che sia gli atleti che gli allenatori potrebbero fare un lungo elenco!

I momenti che precedono una prestazione, o durante la prestazione stessa, i pensieri si moltiplicano e prendono forma in base a ciò che si deve affrontare. I pensieri di non riuscita, paura, ansia e stress minano in modo importante l’esito della prova.

Di fronte alle prove che la vita ci presenta siamo abituati a credere di “essere così come siamo” e non poter agire per mutare questa condizione. Quando ne prendiamo atto e proviamo a modificare questo atteggiamento solitamente ci rendiamo conto di essere di nuovo al punto di partenza.

Il nostro lavoro è proprio quello di insegnare a uscire da atteggiamenti mentali obsoleti e mettere a tacere i pensieri e le immagini di non riuscita.

Noi siamo essenza pura, noi non siamo i nostri pensieri.

Cosa vuol dire?
La mente pensa di continuo e i pensieri che la popolano sono di tutti i tipi.
Ci proiettiamo nel futuro con scenari tra i più svariati, pensiamo a tutto ciò che dobbiamo fare, come lo faremo e se ci riusciremo.

Cosa creano i pensieri incontrollati?
I nostri pensieri, anche se non ce ne rendiamo conto, creano immagini e le immagini costruiscono la nostra realtà.
Quando i pensieri si focalizzano su paure, dubbi, incertezze, le immagini che prendono forma sono affini a quei pensieri.
Visualizzare immagini che suscitano sentimenti positivi, di successo e riuscita va a modificare un modo di pensare limitante.

Attingere alla nostra consapevolezza pura, per vivere nel qui e ora, crea il giusto futuro.

Come si raggiunge questo stato di coscienza?
L’essenza pura, quella che ci guida verso la riuscita dei nostri obiettivi, non è invasa da pensieri limitanti, di ansia o stress.
Il nostro corpo è un mezzo atto ad ospitare la nostra essenza.

La mente se non istruita è il fattore alienante e determina, a seconda dei pensieri e delle immagini che crea, la nostra vita.

Fare il vuoto significa mettere la mente a tacere, non significa non sentire più niente.

Il potere della visualizzazione

Dentro di noi c’è una parte grande a cui dar voce.
E’ importante imparare a darsi ascolto e assecondare quella parte grande dell’essere e dar vita a immagini fruttuose.

Prendere contatto con sé stessi, inoltrarsi nella tecnica di visualizzazione e meditazione serve a purificarsi per vedere e imparare a distinguere e mettere a tacere i pensieri negativi.

Con la nostra tecnica di visualizzazione e meditazione guidata ci si prende cura di sé stessi, della propria mente e si diventa padroni della propria vita anche a livello sportivo.